La filosofia Zen

In sanscrito dhyana, in cinese ch’an, in giapponese zen: pensare, riflettere, meditare. Un percorso linguistico, storico e culturale, che descrive come lo Zen non sia una religione né una filosofia, bensì una metodologia dello spirito, della coscienza e della mente che può essere adottata da chiunque, in qualunque luogo e tempo. Lo Zen è una Via semplice, diretta e concreta che ci riporta alla realtà,  qui e ora. Percorrendo la Via dello Zen, chiunque può superare i condizionamenti e gli attaccamenti dietro cui si nasconde la realtà e immergersi nella vita attimo dopo attimo, per cogliere la Verità Assoluta e viverla liberamente e creativamente. Lo Zen non intende spiegare che cosa sia questa Verità Assoluta, perché è solo attraverso l’esperienza diretta che essa può essere contattata e ogni tentativo di spiegazione sarebbe relativo e non assoluto. In ogni parte del mondo, mistici sufi, cristiani, buddhisti, induisti e aborigeni hanno rinunciato alla sicurezza delle teorie e dei propri schemi mentali per fare esperienza di questa Verità Assoluta.

Il Buddha Shakyamuni ebbe un giorno esperienza diretta della “natura vera della vita”, l’Illuminazione, e trascorse tutto il resto della sua esistenza a indicare agli altri la strada perché potessero loro stessi realizzarla. Per lo Zen il messaggio del Buddha è giunto a noi passando attraverso una trasmissione ininterrotta di Maestri. Questo è il motivo per cui nello Zen non sono tanto importanti gli insegnamenti scritti, quanto la vita vera del Maestro Illuminato. Non è lo studiare la Via del Buddha l’essenziale, ma il viverla attualizzandola nella realtà di tutti i giorni. Possiamo quindi dire che lo Zen è nell’attimo presente

Il Sangha

La parola sanscrita Sangha indica una libera associazione di persone che si riconoscono nei principi del Buddhismo. Il Sangha rappresenta, inoltre, il terzo dei Tre Gioielli del Buddhismo, insieme al Dharma (gli insegnamenti del Buddha) e al Buddha stesso (Gautama Siddhartha Shakyamuni).

Il primo Sangha buddhista nacque in India nella foresta di bambù dove il Buddha Shakyamuni costruì il primo monastero.

L’invito del Sangha é  rivolto  a riscoprire le ragioni originarie del  carisma della  pratica buddhista, come esseri umani universali  al di là di ogni  dogma religioso e filosofico. La ricerca della realizzazione dell’essere umano oggi  é una ricerca che nella sua  completezza riguarda  il benessere: spirituale, mentale, fisico,  e di relazione tra e con tutti gli altri esseri,  per questo nel Sangha della Foresta di Bambù,  mente, corpo, spirito e condivisione,  sono  la presa in carico della sua pratica,  nel rispetto della singolarità di ogni persona che è universalità del tutto.

Le tre indicazioni del Buddha sono  d’ispirazione per  una vita in armonia del Sangha della Foresta di  bambù:

• Retta azione • Retta parola • Retti mezzi di sussistenza

Vivere con scelte di rettitudine non più basate sull’accordo alla convenienza del momento, è vivere il nostro cuore in accordo con la nostra ragione, è vivere un senso di vita profonda capace di forza attiva per:

• proteggere la vita, • coltivare la generosità, • coltivare rapporti sinceri,parlare con schiettezza e con gentilezza, • mantenere la chiarezza mentale, • preservare il nostro pianeta, • Vivere la propria illuminazione Da ciascun precetto si ricava il rispetto per la vita e la compassione per tutti gli esseri. Ogni precetto include tre aspetti: • la consapevolezza della sofferenza di tutti gli esseri, generata da un comportamento erroneo; • la determinazione ad astenersi da quel comportamento; • il voto di fare qualcosa in positivo come rimedio alla sofferenza: Prendi dimora in te stesso e agisci al meglio per il benesere  di tutti noi.